Caratteristiche

La Chiesa e il convento di S. Lucia erano al centro della vita religiosa di Ortigia, celebri soprattutto per la festa di maggio che ricorda il miracolo del 1646, quando la Santa fece arrivare due navi di cereali durante una carestia, salvando la città.

Le origini della chiesa sono incerte: alcuni testi la fanno costruire nel 1427 per volontà della regina Isabella di Castiglia sul luogo del martirio di S. Lucia, altri la vedono già esistente e ampliata nel 1483. Dopo il terremoto del 1693, la Badessa volle ricostruirla più grande e con ingresso sulla piazza principale, mentre l’altare fu orientato a mezzogiorno. La ricostruzione fu sostenuta dal monastero e dai fedeli, con il capomaestro Antonino Puzzo, ma l’autore del progetto resta incerto.

L’edificio unisce due stili: la parte inferiore richiama i rilievi spagnoli del Picherali, quella superiore un rococò tipico delle sacrestie siciliane. La facciata imponente, con paraste ioniche e simboli del martirio di S. Lucia, anticipa l’interno a unica aula monastica, dominato dalla volta affrescata con il “Trionfo di S. Lucia” e dall’altare maggiore con il “Martirio” di Deodato Guinaccia. Gli stucchi, le dorature e il paliotto d’argento completano l’arredo, insieme a opere come la tela di Giuseppe Reati. La cantoria sopra il vestibolo è chiusa da una raffinata gelosia lignea.