Descrizione
La chiesa della Natività della Beata Vergine Maria venne edificata nel 1776 per volontà del principe Salvatore Branciforti di Butera, che affidò il progetto all’architetto palermitano Salvatore Attinelli. La sua costruzione sostituì l’antica cappella di Palazzo Butera, dichiarata nel 1708 succursale della Cattedrale di Palermo, e oggi è la chiesa madrice di Bagheria.
Caratteristiche
L’edificio, interamente realizzato in pietra d’Aspra, presenta uno stile neoclassico elegante e rigoroso. Il prospetto colpisce per la sua imponenza: pilastri e colonne corinzie scandiscono la facciata, chiusa da una cornice triangolare sorretta da colonne. Ai lati spiccano due grandi vasi ornamentali, mentre il portale centrale è sormontato da un arco che conferisce slancio alla struttura. Nel 1872, per volontà di Domenico Mangione, fu aggiunto un orologio che ancora oggi segna il ritmo della piazza.
L’interno è organizzato in un’unica navata, semplice ma ricca di testimonianze artistiche. Lungo le pareti trovano posto quattro altari laterali decorati con quadri ottocenteschi. L’altare maggiore ospita la statua lignea dell’Immacolata, nota come “Madonna del Popolo”, risalente alla seconda metà del XIX secolo. Accanto, a destra, si trova una statuetta del Bambino Gesù con un cuore, anch’essa del XIX secolo.
Tra le opere più particolari figura una culla a forma di conchiglia, decorata con due teste d’aquila, che custodisce la Madonna bambina in legno dorato. Si tratta di un manufatto appartenuto alla famiglia Branciforti, testimonianza preziosa della loro devozione. Completano il patrimonio artistico la statua lignea di San Giuseppe, realizzata da Filippo Quattrocchi, e due dipinti di Carmelo De Simone raffiguranti Aronne con Mosè e Davide con l’Arca dell’Alleanza.
Nel corso del Novecento la chiesa fu ridipinta con decorazioni floreali, mentre le pareti dell’altare maggiore vennero impreziosite da affreschi ispirati a episodi dell’Antico Testamento, restituendo alla chiesa la luminosità e il decoro che ancora oggi la caratterizzano.